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Perché e quando preferire un ecommerce in Magento piuttosto che in Woocommerce

Tempo di lettura: 3 minuti

Quando si decide di aprire un e-commerce la scelta del software da utilizzare è fondamentale. Ci sono diversi programmi che ci permettono di creare un e-commerce, ma due tra i più diffusi sono sicuramente Magento e Woocommerce. Quale fra queste due è la piattaforma migliore? Quali sono le caratteristiche di Magento e Woocommerce? In questo articolo cercheremo di fare un confronto fra le due per aiutarvi a capire quale può essere la soluzione migliore per le vostre esigenze.

 

Diciamo subito che non esiste una decisione univoca che vada bene per tutti gli e-commerce. Bisogna scegliere sempre in base alle caratteristiche che vogliamo riscontrare nel software e in base a quello scegliere la soluzione che ci sembra azzeccata. Ovviamente noi siamo sempre a vostra disposizione per aiutarvi nella scelta e nello sviluppo del vostro ecommerce.

 

Differenze per l’ottimizzazione SEO

 

L’ottimizzazione dei motori di ricerca (SEO) e il marketing online sono una parte importante per indirizzare il traffico verso il tuo negozio, aumentando, a sua volta, le interazioni e le vendite. Pertanto, un’altra considerazione importante quando si fa un confronto tra Magento e WooCommerce sono le funzionalità o le opzioni di marketing e SEO disponibili sui due.

 

Per il successo della tua attività di e-commerce, offrire ai tuoi clienti un’ampia scelta di metodi di pagamento è assolutamente fondamentale. A tal fine, sia WooCommerce che Magento hanno implementato il lavoro di integrazione dei metodi più importanti. Con l’estensione corrispondente, infatti, puoi aggiornare i metodi mancanti (come PayFast, Amazon Pay o bonifici istantanei) in qualsiasi momento. Per questa categoria, Magento fornisce circa 190 estensioni, mentre WooCommerce ne possiede oltre 60 (tutte estensioni ufficiali).

ecommerce magento woocommerce

Perché preferire Magento

Partiamo con Magento. Questo CMS per gli e-commerce per alcuni può risultare un po’ più complesso da utilizzare rispetto a WooCommerce, ma la sua complessità è dovuta alle molte più funzioni che offre, infatti potremmo definirla una piattaforma più avanzata rispetto a Woocommerce. Magento, inoltre, grazie alla sua estrema flessibilità, ti consente di adattarlo a qualsiasi tua esigenza: può essere personalizzato in molti aspetti ed è scalabile, ciò vuol dire che ti permette di gestire piccoli e-commerce senza dover cambiare piattaforma una volta che lo store online si ingrandisce. Magento offre molte funzionalità avanzate, come la gestione dei prodotti, la spedizione e il pagamento, inoltre è open source e quindi gratuito.

 

Le caratteristiche di Woocommerce

WooCommerce, dal canto suo, risulta più semplice da utilizzare e questa sua semplicità lo rende perfetto per piccoli store online. Il vantaggio di scegliere questa piattaforma è ovviamente la sua facilità d’uso. Gestire un sito e-commerce con Woocommerce, infatti, è facile come gestire un blog: così puoi iniziare anche con poche risorse e crescere nel tempo, preferendo poi l’utilizzo di Magento e fare quel passo di qualità che meriti.

 

WooCommerce è compatibile con molti temi WordPress popolari, permettendoti di creare e personalizzare il tuo e-commerce in pochi semplici passaggi. La personalizzazione coinvolge molti aspetti. Questa piattaforma è ottima per vendere qualsiasi tipo di prodotto. C’è anche da considerare che esistono estensioni WooCommerce gratuite ed a pagamento, che rendono il tutto ancora più completo.

 

Si ma, quando scegliere magento? E quando woocommerce?

Preferire un e-commerce in Magento piuttosto che in WooCommerce può essere molto utile per aziende che vogliono espandere il proprio business online. Magento è una piattaforma molto versatile, che permette di creare siti di ecommerce estremamente complessi, con funzionalità avanzate. Woocommerce, invece, è un plugin per wordpress, quindi ha meno caratteristiche e funzionalità.

 

Per altri confronti tra piattaforme e altri articoli sul tuo shop online vi invitiamo a visitare il nostro blog per rimanere sempre aggiornati sulle ultime novità.

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Inbound Marketing

LE FASI DI UNA STRATEGIA DI INBOUND MARKETING

Tempo di lettura: 3 minuti

Avere una presenza sul web non basta, per entrare nel “cuore” del proprio pubblico bisogna strutturare una strategia finalizzata alla fidelizzazione. Ragion per cui ci viene incontro la strategia di inbound marketing, scopriamone le varie fasi.

 

Come abbiamo già detto nel nostro articolo precedente, l’inbound marketing si basa su una serie di azioni chiamate touchpoint, il cui scopo è attrarre l’attenzione il pubblico verso l’attività commerciale.

 

Solitamente, quando si pensa alla pubblicità, non si può fare a meno di non ricordare con un pizzico di noia le telefonate invasive e le fastidiose interruzioni pubblicitarie durante la visione di un film.

 

Oggi, grazie anche ai nuovi network, è cambiata anche la modalità promozionale e la percezione stessa della pubblicità sta cambiando, con contenuti sempre più mirati al proprio pubblico di riferimento. Niente più interruzioni o chiamate indesiderate ma contenuti di qualità e coinvolgenti in grado di stimolare l’interesse del pubblico.

 

L’inbound marketing, quindi, opera attraverso un percorso che consente di passare dalla fase di totale inconsapevolezza del brand a quella in cui il cliente non solo è fidelizzato ma può diventare egli stesso promotore dell’attività in maniera del tutto spontanea. Come procedere allora? Ecco le varie fasi.

 

strategia inbound marketing

 

#1 Prima fase: ATTRACT

 

È in questa fase specifica che dovrai occuparti dello studio dell’analisi del tuo target di riferimento. Inizia pianificando specifiche attività di SEO sui motori di ricerca, puntando su ricerche con molto volume di traffico ma con keyword specifiche o con parole chiave lunghe e mirate (definite long tail keyword) che hanno meno concorrenza. In generale, un ruolo importante per convogliare il traffico sul proprio sito web è attraverso le attività di Content Marketing, con contenuti sul blog del proprio sito internet e poi successivamente condivisi sui social network. I contenuti possono essere articoli, guide, e-book, video, grafiche, video o infografiche.

 

Ovviamente, ogni argomento trattato sui contenuti, deve essere studiato in modo da supportare l’offerta aziendale, per una B2B, ad esempio, potrebbe essere una guida o un prodotto usato dai professionisti, mentre nel B2C, potrebbero essere consigli e abbinamenti tra i prodotti che proponi nel tuo e-commerce.

 

#2 Seconda fase: CONVERT

 

Una volta catturato l’interesse del tuo pubblico sei pronto per la fase di conversione a “Lead”. Per riuscire in questa operazione è necessario “stuzzicare” il proprio pubblico tramite CTA (ovvero CALL TO ACTION) che hanno lo scopo di calamitare il pubblico attraverso frasi studiate per suscitare un’azione specifica da parte del cliente. Ad esempio, potresti offrire ai tuoi potenziali clienti dei prodotti in omaggio, oppure dei contenuti gratuiti in cambio di un form di iscrizione in cui lasceranno le proprie informazioni di contatto.

 

Una volta che il cliente avrà cliccato su una Call to action, sarà indirizzato su una landing page dove potrà immettere i suoi dati e ricevere quanto promesso dal post. In questo modo, l’operazione risulterà meno invasiva ed entrambe le parti avranno ottenuto un beneficio. Una volta ottenuti dati dal tuo pubblico, inoltre, puoi pensare di inviare a loro delle email promozionali tramite newsletter.

 

#3 Terza fase: CLOSE

 

Ora che hai trasformato i visitatori della landing page in lead, procedi verso la fase della conversione in clienti. In questa fase è necessario sfruttare al massimo il CRM, ovvero il Customer Relationship Management, un software che aiuta l’azienda a gestire e ottimizzare le interazioni con i prospect e i clienti attraverso tutti i dati raccolti in precedenza. Il CRM tiene traccia di tutti i tuoi contatti e delle loro abitudini, monitora il loro interesse e le loro attività ed invia loro email specifiche.

 

Tutta questa fase ha come scopo quello di andare a colpire i bisogni specifici delle persone proponendo loro prodotti e contenuti ad hoc. Un cliente che vedrà tutte queste attenzioni verso sé, sarà più invogliato ad acquistare il prodotto, specie se il cliente vede un prodotto di suo interesse.

 

#4 Quarta fase: DELIGHT

 

La fase finale dell’inbound marketing è definita Delight e sostanzialmente si tratta di coccolare sia lead che clienti, continuando a proporre loro contenuti di qualità che si basano sui loro bisogni anche dopo che hanno effettuato un acquisto. Infatti, non dobbiamo abbandonare mai il cliente una volta raggiunto lo scopo, ma è invece importante rimanere in contatto con lui, aggiornandolo sui nostri prodotti e servizi in maniera tale da invogliarlo a scegliere nuovamente la nostra attività e, magari, consigliarla ad amici e parenti.

 

Cosa puoi fare in questa fase? Puoi proporre sondaggi in modo da migliorare il servizio offerto, oppure, monitorare le interazioni degli utenti in modo da poter comprendere quali sono gli argomenti che più fanno breccia in loro.

 

Quindi, queste sono le quattro fasi dell’inbound marketing e sono tutte necessarie per attuare la strategia in modo efficace. Non ti resta che cominciare!

 

Noi, però, possiamo aiutarti per il tuo Inbound Marketing

 

Noi di Net-Informatica, infatti, siamo specializzati non solo nella realizzazione di piani marketing per la tua attività, ma anche in strategie di inbound marketing atte a migliorare le tue vendite.


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E-commerce Web Marketing

COS’È L’AFFILIATE MARKETING E COME FUNZIONA

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Con questa strategia di Marketing digitale potrai guadagnare denaro online in modo semplice e con pochi sforzi. Ecco come funziona e, soprattutto, cos’è l’affiliate marketing..

Per spiegare il concetto di Affiliate Marketing dobbiamo partire dal principio, ovvero, dall’azienda che è interessata a vendere un prodotto o un servizio. Quale strategia di Marketing può mettere in atto un’azienda oltre al consueto Web Marketing che si avvale di contenuti e interazioni? La risposta risiede in un nuovo canale di vendita che si appoggia ad una figura chiamata “affiliato” che vende, appunto, prodotti e servizi in affiliazione.

Grazie a questa strategia di affiliazione e agli affiliati, le aziende espandono le proprie capacità promozionale per arrivare ad un pubblico sempre più ampio.

cos'è affiliate marketing

 

Quali sono i protagonisti di una campagna di affiliate marketing?


Come abbiamo accennato poco fa, l’Affiliate Marketing prevede la presenza di almeno tre figure essenziali:

 

  • Un affiliato o publisher è la persona responsabile per conto dell’azienda di promuovere l’attività di quest’ultima utilizzando tutti gli strumenti di ADV. Spesso gli stessi Youtuber promuovono oggetti nella realizzazione di tutorial video e, così facendo, diventano affiliati ospitando annunci o contenuti nei loro video o siti Web al fine di promuovere un particolare prodotto o servizio. La retribuzione di un publisher si basa su una commissione compresa tra il 5% e il 15% dell’importo della transazione, oppure se gestisci un’attività in abbonamento, come l’attivazione di un contratto con un operatore telefonico, può essere addebitata una tariffa fissa per ogni nuovo abbonato;

     

  • L’Advertiser o retailer, è sostanzialmente l’azienda che necessità di attività promozionale, spesso è un e-commerce che ha come obiettivi nuovi lead e conversioni dirette. L’advertiser spesso si avvale di network di affiliazione o di professionisti del settore;

     

  • I network di affiliazione sono piattaforme che connettono tra di loro affiliati e advertiser detto anche Merchant. L’incontro tra offerta e domanda nasce quando l’advertiser pubblica le proprie promozioni e richieste di affiliazione nella piattaforma in cui sono iscritti moltissimi publisher su cui far affidamento.

     

    Gli affiliati consultano l’elenco delle offerte all’interno della piattaforma e valutano le proposte da far girare sui propri canali di vendita e di comunicazione. Una volta che il publisher accetterà una proposta da parte di un’insider, comincerà a creare contenuti pertinenti alla richiesta oppure ospitare sui propri canali link e banner che conducono all’inserzionista.

     

    Ad ogni contenuto promozionale è associato un codice di affiliazione che tiene traccia di views, click e vendite. In questo modo, l’affiliato integra nel proprio sito un sistema di tracciamento dei click e delle conversione e la piattaforma stessa di affiliazione traccerà tutti i processi e gestirà i pagamenti ai Publisher, fornendo agli inserzionisti report e feedback;

    Il cliente finale che acquista il prodotto è l’ultimo anello che compone la fase strategica di affiliazione.

     

cos'è affiliate marketing

 

Si ma quindi cos’è l’affiliate marketing: come iniziare


Scegli una nicchia di mercato precisa dove desideri lavorare. Il panorama è ampio:
esistono una moltitudini di prodotti e servizi su cui operare. Se non sai da quale azienda partire, puoi basarti sulle tue competenze e sui tuoi interessi, considerando sempre che il lavoro di un publisher consiste nel creare contenuti.

 

Dopo aver passato al setaccio tutte le possibilità di affiliazione bisogna considerare quale comparto offre più possibilità di guadagno e individuare le categorie ed i prodotti che, secondo noi e le nostre ricerche, suscitano più interesse nel pubblico.

 

Una volta scelto l’advertiser non resta che creare contenuti promozionali pertinenti o banner che indirizzano al sito di acquisto. Il cliente interessato dovrà solo cliccare in un link che porta in una landing page dedicata alla vendita dei prodotti.

 

In conclusione, possiamo affermare con tutta tranquillità che aderire a questa strategia è un modo semplice, veloce ed immediato per generare vendite e profitti. Non avrai bisogno né di creare e gestire un vero e proprio e-commerce né di possedere un magazzino per detenere e spedire il prodotto. Tutto ciò di cui ti dovrai occupare sarà di creare contenuti, scegliere le piattaforme di vendita ed investire il budget in pubblicità e attirare i potenziali clienti all’acquisto del tuo prodotto.

 

Noi possiamo aiutarti per il tuo Affiliate Marketing

 

Noi di Net-Informatica, infatti, siamo un team specializzato in strategie di marketing automatizzate atte a migliorare le tue vendite, anche per l’affiliate!


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E-commerce Web Marketing

COS’È IL SOCIAL COMMERCE

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È possibile acquistare direttamente dalle piattaforme social? Certamente e ti spieghiamo anche come ottimizzare il tuo business attraverso queste piattaforme. Scopriamo cos’è il social commerce e perché, oramai, uno store online non può farne a meno.

 

Come sappiamo, i social network sono diventati parte integrante della nostra quotidianità. Essi, infatti, non sono più solo un modo per tenersi in contatto con le persone che conosciamo, ma un modo per intrattenersi, intrattenere e fare business.

 

Ovviamente, la possibilità di collegarsi tramite smartphone ha amplificato e velocizzato l’utilizzo dei social, dando così il vantaggio a molte aziende di essere presenti nella vita dei propri clienti durante qualsiasi momento della giornata.

 

cos'è social commerce

 

Ma che cosa significa social commerce?

 

Com’è facilmente intuibile dal nome, si tratta sostanzialmente della possibilità di effettuare acquisti di prodotti o servizi direttamente all’interno delle piattaforme social. Non solo l’utente ha la possibilità di acquistare direttamente sui social ma può condividere la propria esperienza con la propria rete di contatti e portarla a interagire (o meno) con lo shop di una determinata attività. L’interazione, infatti, è una parte importante del processo perché ci comunica l’interesse del pubblico su un determinato prodotto o servizio e la qualità del nostro servizio rispetto alla cura per il cliente e per lo shop.

 

Per tali ragioni diventa molto importante curare il proprio social shopping, così che le tecnologie utilizzate possano simulare al meglio le stesse interazioni sociali che ritroviamo all’interno dei centri commerciali e dei negozi fisici. In questo modo, l’esperienza di ogni cliente sarà più vicina a quella della vita reale, anche se con molti più benefici.

 

Differenza tra social commerce e social shopping

 

Fai attenzione però a non confondere il social commerce con il social shopping. Infatti, quest’ultimo definisce un aspetto molto ampio della vendita online tramite social nelle quali rientrano le campagne di advertising (spesso gestite da un singolo soggetto al fine di sponsorizzare un proprio prodotto che viene venduto in maniera occasionale), mentre il social commerce, invece, è una forma di commercio elettronico che si svolge sui social e viene eseguita da un’impresa o da professionisti con partita IVA abilitati alla vendita online.

 

Vantaggi di vendere sui social

 

Con i social, quindi, è cambiato anche il comportamento di acquisto dei consumatori. Se prima il consumatore aveva un ruolo passivo nel mercato, adesso, è tutta un’altra storia. Ricevere feedback, infatti, non solo ci permette di comprendere come e cosa migliorare ma ha trasformato interamente l’approccio di vendita sui social rendendolo realmente focalizzato sui bisogni e sulle opinioni dei consumatori.

 

Conoscendo i suoi interessi e le sue abitudini è più semplice riuscire a costruire una strategia in grado di adattarsi ai suoi bisogni e soddisfarli.


Quali altri benefici puoi trarre da questa strategia?

 

  • Grazie agli strumenti analitici puoi disporre dei dati del tuo target di riferimento così da monitorare la tua strategia e cambiarla in base ai tuoi obiettivi di vendita;

  • È una buona alternativa ad un e-commerce tradizionale in quanto i costi di attivazione sono più bassi;

  • Non ci sono orari di chiusura, pertanto l’utente ha a disposizione il tuo shop ogni volta che vuole.

 

Si ma cos’è il social commerce: come funziona

 

Il primo passo che bisogna fare è richiedere l’apertura della partita IVA perché, come detto in precedenza, non è possibile svolgere questo lavoro senza che ci sia un’abilitazione alla vendita online.

 

Una volta sistemato questo aspetto legale, bisogna valutare il proprio target di riferimento e creare un sistema di vendita innovativo ed user friendly, e dunque facile da usare per il consumatore.

 

Nel modo tradizionale a cui siamo stati abituati, i social erano utilizzati come vetrine per attirare potenziali clienti nel proprio e-commerce. Oggi invece, chi possiede uno shop online, crea le proprie pagine aziendali sapendo che dovranno non solo attirare l’attenzione del cliente ma anche portarlo all’acquisto direttamente sulla piattaforma.

 

Accedere all’ecommerce, spesso e volentieri, può causare problemi di caricamento, di bug legati al carrello, regalando, di fatto, una user experience non proprio gradevole.

 

Con il social commerce, questi problemi vengono eliminati grazie al processo di vendita diretta sui social, composto da pochi e semplici passi:

  • L’utente effettua un accesso più immediato perché accede dal proprio profilo social;

  • L’utente seleziona e naviga all’interno della pagina del brand;

  • Visita la pagina fino a visualizzare e selezionare lo shop;

  • Il cliente seleziona un articolo;

  • Il cliente effettua l’acquisto e il pagamento direttamente sul social

    Noi possiamo aiutarti a creare e gestire il tuo Social Commerce
    Noi di Net-Informatica, infatti, siamo un team in grado di creare non solo marketing di successo ma anche strategie perfette per vedere tramite i social.


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E-commerce

Dropshipping: cos’è, come funziona e quali sono i vantaggi

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Da un po di tempo sta prendendo piede in Italia un nuovo modello di business in grado di cambiare la vita di tantissimi imprenditori. Avrete, infatti, sentito parlare del fenomeno Dropshipping e, se vi trovate qui, è perché vi starete chiedendo cosa sia e come possa cambiare la vostra vita lavorativa ed il vostro approccio alle vendite online.

 

Scopriamo in questo articolo cos’è il dropshipping, come funziona e soprattutto quali sono i vantaggi di portare avanti un ecommerce con questo specifico modello di business.

come funziona dropshipping

Cos’è il Dropshipping?


Partiamo dall’analisi del termine. “Dropshipping” deriva dall’unione del termine “(to) drop” (cadere/far cadere) al termine “shipping” (spedizione). L’unione delle due parole simboleggia la natura di questo modello di business: la vendita di un prodotto per il quale non curiamo noi la spedizione.

Ma andiamo per ordine..

Come funziona il Dropshipping?

Sono molti gli imprenditori ammaliati dalle qualità della vendita online. Negli ultimi anni, infatti, sono sempre più i negozi online (ecommerce) nati per vendere specifici prodotti (o servizi) al vasto pubblico che ogni giorno popola la rete ed i social.

Negli ultimi tempi, però, è sorta spontanea una domanda: e se non potessi permettermi un negozio fisico o un magazzino dove conservare i prodotti? Se non potessi permettermi di occuparmi dell’imballaggio e delle spedizioni della merce? La risposta (grazie al cielo) è arrivata d’oltreoceano, dove abili imprenditori self-made hanno trovato la soluzione perfetta: proporre un modello di business dove il vostro “unico” compito è quello di vendere il prodotto…senza detenerlo e occuparvi delle spedizioni!

Ecco il Dropshipping, il sistema che collega il fornitore (colui che detiene il prodotto e lo spedisce) al dropshipper (colui che si occupa del marketing e della pubblicità e guadagna su commissione).

 

Il dropshipper si occuperà di mettere in vendita il prodotto tramite un proprio sito o ecommerce e, una volta ottenuta una richiesta di acquisto, il sistema (se automatizzato) inoltrerà la richiesta al fornitore il quale si occuperà di spedire il prodotto all’acquirente. Semplice, facile e veloce.

Quali i vantaggi del Dropshipping?

È veramente così semplice, facile e veloce? Non sta a noi dirlo. E questo perché molti imprenditori hanno avuto successo seguendo questo modello di business, così come molti altri hanno scoperto di non avere affinità alcuna con questa pratica.


I vantaggi sono sicuramente l’assenza totale di costi di locazione per magazzino e inventario e la mancanza di costi di spedizione e di gestione dei resi. È chiaro che un modello del genere vi permette di gestire con più facilità (e meno stress) il vostro business, permettendovi così di concentrarvi meglio sulla gestione del vostro ecommerce e della pubblicità (d’altronde, per mandare avanti il tutto vi basterà un semplice portatile!).


Non mancano, però, gli svantaggi. Tenete sempre a mente che il dropshipping è un business che si porta avanti in due: cercate un fornitore serio e affidabile e analizzate sempre i costi/benefici di tutto il lavoro. Le commissioni variano da prodotto a prodotto (e da fornitore a fornitore) ed i costi per farvi pubblicità potrebbero variare a seconda del prodotto che scegliete e del target di riferimento. Inoltre, non dimenticate che non siete i soli a investire sul dropshipping e che la concorrenza (sempre in aumento) potrebbe nuocere ai vostri affari.

come funziona dropshipping

Consigli utili sul Dropshipping

  • One si megl che Two”

Sebbene in molti consigliano di iniziare con più prodotti il nostro avviso è di partire con un singolo prodotto. Questo vi aiuterà a fare pratica con il suddetto modello di business e a capire meglio come muovervi nel settore;

  • Fate sempre ricerche di mercato
    Sfruttate internet per scoprire quali modelli di business hanno avuto successo negli ultimi mesi e navigate su forum e community per cogliere consigli e suggerimenti su prodotti e interessi degli acquirenti. Studiate dai maggiori portali di dropshipping come
    Aliexpress, Bigbuy, Oberlo..

  • Tenete sempre conto di questi parametri per scegliere il vostro Fornitore

Deve sempre: fornirvi delle garanzie sul suo operato e sulla qualità del prodotto, proporvi una conveniente percentuale di guadagno, garantirvi rapidi tempi di spedizione e una disponibilità costante del prodotto;

  • Fate sempre i conti con l’IVA

Per gestire la vostra attività di Dropshipping avrete sicuramente bisogno di aprire una P.Iva, la quale avrà dei costi fissi per l’apertura e per il mantenimento.

Ora che sapete tutto sul Dropshipping non vi resta che evolvere il vostro modello business al livello successivo e lanciare lo store. Avere un Ecommerce è il primo passo verso il successo negli affari dove il dropshipping rappresenta la formula vincente che vi metterà in condizioni di vendere senza dover perdere tempo e denaro in risorse che rallenterebbero inevitabilmente i vostri affari.

Affidatevi a noi per fare dropshipping

Noi di Net-Informatica siamo specializzati non solo nella realizzazione di E-Commerce di successo, e conosciamo i vantaggi di avere un E-commerce. Siamo esperti nella stesura di strategie di marketing atte a migliorare le vostre vendite.

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E-commerce Web Marketing

Quale CMS scegliere per un Ecommerce?

Tempo di lettura: 4 minuti

Stai pensando di esordire nel mondo del web con il tuo business ma non sai quale CMS scegliere per il tuo ecommerce? In questo articolo cercheremo di aiutarti a scegliere quello più adatto alle tue esigenze.

 

Come probabilmente già saprai, C.M.S l’indica l’acronimo Content Management System. Si tratta di un software web che consente di gestire e modificare i contenuti del proprio sito in modo semplice ed intuitivo senza avere alcuna conoscenza di linguaggi di programmazione. In questo modo, chiunque può gestire un sito e questo grazie a tutti quei servizi integrati (nei CMS) in grado di automatizzare alcuni processi in modo facile e veloce.

 

Fatta questa premessa, bisogna capire quale CMS è più utile agli affari del tuo ecommerce.

 

CMS ecommerce

Elementi essenziali per un buon sito

Il successo di un buon sito dipende molto dal tipo di CMS che decidi di utilizzare. Stabilisci, come sempre, l’obiettivo del tuo sito, quali sezioni aggiungere e quali parametri deve rispettare.

Un esempio? Eccone alcuni che non devono MAI mancare:

  • Interfaccia accattivante e intuitiva;

  • Navigazione dinamica e sicura;

  • Scalabile, ovvero, che in grado di crescere insieme all’azienda;

  • Gestito e controllato in completa autonomia;

  • Manutenzione, sicurezza e assistenza.

Hai le capacità tecniche per gestire il sito da questo punto di vista? Preferisci chiedere l’aiuto di un esperto oppure preferisci che se ne occupi il team della piattaforma?

  • Costi.

Il budget stabilito rientra nel tuo progetto a lungo termine? Piattaforme Open Source o SaaS?

  • Funzionalità e personalizzazione.

La piattaforma offre tutte le funzionalità di cui hai bisogno? Ha funzioni integrate oppure devi accedere a strumenti di terze parti per ottenerle?

Open Source o SaaS?

Oltre ai parametri sopra citati, è utile saper distinguere due tipologie di Ecommerce.

Una piattaforma Open Source fornisce un sito completamente personalizzabile grazie al codice sorgente che può essere modificabile da chiunque in quanto disponibile al pubblico. In questo caso, si acquista uno spazio web (hosting) da un fornitore terzo come Aruba dove installare, successivamente, la piattaforma Ecommerce. Un Open Source ti fornisce tantissime possibilità di customizzazione e una progettazione flessibile; per tali operazioni, però, è sempre consigliabile rivolgersi ad uno sviluppatore.

Al contrario, le piattaforme Saas (Software as a Service), come ad esempio Shopify, hanno moltissime funzionalità integrate: dall’hosting ai template creativi e personalizzabili. Tuttavia, hanno un livello di customizzazione limitato. La disponibilità del codice sorgente dipende dalla piattaforma Ecommerce.

Per estendere le funzionalità basterà scaricare dei plugin. Queste piattaforme sono spesso user-friendly e permettono a chiunque di costruire un sito senza particolari competenze tecniche.

Costi

Per una Open Source dovresti considerare il costo della piattaforma con le funzionalità premium, quello del dominio e del servizio di hosting, i quali presentano, solitamente, una tariffa annuale più un eventuale costo per assistenza esterna.

I costi di una piattaforma SaaS possono essere convenienti all’inizio ma possono diventare più alti col crescere del tuo fatturato e dei vari plugin a pagamento. Non dovrai pagare un servizio di hosting ma dovrai versare mensilmente una tariffa fissa da pagare al software che ospita il tuo sito.

 

CMS ecommerce

 

I 3 cms per ecommerce più utilizzati

Sul mercato dei CMS più popolari spiccano tre nomi di rilievo: Magento, Prestashop e Woocommerce. Analizziamole insieme!

Magento

Utilizzata sia da grandi aziende che da PMI. Offre una grandissima scalabilità perché consente di passare da 10 a migliaia di prodotti nel catalogo senza inficiare sulle performance del tuo sito.

La piattaforma mette a disposizione tantissime estensioni integrabili e template grafici e personalizzabili in grado di rendere il tuo sito molto professionale ed originale. Magento è molto semplice da utilizzare, ma con il tempo può raggiungere un certo grado di complessità avanzato che può richiedere l’intervento di un professionista.

Magento offre due formule: una open source che è quella completamente gratuità (ad esclusione del costo del server dedicato, delle estensioni e dei moduli) e una formula che prevede il pagamento diretto da concordare con lo staff della piattaforma per avere accesso ad una serie di funzionalità avanzate e un’assistenza dedicata.

Prestashop

CMS che sta a metà tra un Open Source e una piattaforma SaaS, è più semplice da utilizzare rispetto a Magento e WooCommerce.

È usato dalle grandi aziende e dalle PMI. La piattaforma mette a disposizione più di 4000 template gratuiti e a pagamento, tutti personalizzabili se si interviene sul codice sorgente. L’interfaccia è molto user-friendly, pertanto non occorrono particolari competenze informatiche. Semplice da installare, integra i sistemi di pagamento più conosciuti come Visa, Mastercard e altre carte internazionali e supporta tutti i tipi di valute.

Puoi anche avere accesso ad una community molto attiva con diverse FAQ a tua disposizione. Puoi, inoltre, richiedere direttamente l’aiuto del team proprietario della piattaforma con l’applicazione di un costo aggiuntivo.

Prestashop rappresenta la soluzione semplice che stavi cercando. È un open source gratuito a cui, tuttavia, vanno aggiunti i costi di hosting, plugin e l’eventuale acquisto di template a pagamento

Woocommerce

Il plugin di WordPress dedicato tutto all’ecommerce è una delle piattaforme open source più utilizzate al mondo per via delle molte estensioni messe a disposizione dal software stesso.

È personalizzabile e flessibile grazie ai suoi template standard. Anche qui troverai una community di supporto e un catalogo con un numero di prodotti illimitato. Tuttavia, è necessario acquistare l’hosting da un fornitore terzo ed installare la piattaforma di Ecommerce. I plugin possono avere dei costi aggiuntivi e gli aggiornamenti possono richiedere l’intervento di un professionista.

Woocommerce è completamente gratuito ad eccezione del costo dell’hosting, del template e dei costi gestione delle spedizioni, oltre ad eventuali plugin a pagamento e i costi certificati per la sicurezza del sito.

Adesso che dovresti avere le idee più chiare non ti resta che fare la tua scelta e scegliere il CMS più adatto alle tue esigenze lavorative.

Noi, però, possiamo aiutarti

Noi di Net-Informatica siamo specializzati non solo nella realizzazione di E-Commerce di successo, ma anche nella stesura di strategie di marketing atte a migliorare le tue vendite.

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Inbound Marketing

Inbound marketing per il B2B

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Come attirare il pubblico verso il proprio Business? Questa è la grande domanda di tutte le aziende a cui l’inbound marketing (anche per ciò che riguarda il b2b) ha dato risposta.

 

Chiunque voglia intraprendere un percorso imprenditoriale dovrà necessariamente prendere in considerazione di strutturare campagne di marketing. L’inboud marketing è quella strategia che si basa sui contenuti di valore capaci di attirare uno specifico pubblico attraverso diversi punti di contatti chiamati touchpoint.

 

Gli utenti che arriveranno al tuo business diventeranno prospect, poi clienti e, successivamente, diverranno loro stessi promotori del tuo business. L’obiettivo di questa strategia è infatti quello di generare lead di qualità che favoriscano il ciclo di vendita incentivando i partner commerciali.

 

inbound marketing b2b

 

Costruire una strategia di inbound marketing per il b2b

Come abbiamo già spiegato, l’inbound marketing è una strategia che poggia le basi su una comunicazione di valore. Bisogna, innanzitutto, partire dalla “Buyer persona”, ovvero, un modello di voci predefinite che rispecchiano le caratteristiche del target su cui si vuole fare breccia. I parametri di riferimento sono:

  • Dati anagrafici

  • Istruzione

  • Hobby

  • Professione

  • Obiettivi

  • Interessi

  • Necessità

  • Approccio al Web

 

Nel caso in cui tu non abbia una panoramica chiara del tuo pubblico di destinazione, potresti:

  • Redigere un elenco di clienti esistenti raccogliendo tutti i loro dati ,mappando, così, il percorso d’acquisto;

  • Intervistare i clienti più fedeli e scoprire il percorso che li ha portati a conoscerti e a scegliere il tuo business;

  • Metterti sempre nei panni del tuo pubblico per comprendere meglio le loro esigenze.

 

Nel caso del settore B2B, le Buyer personas non sono solo consumatori finali, ma si tratta spesso di direttore del marketing, export manager, insomma, coloro che hanno il compito di cercare nuove collaborazioni professionali.

 

Bisogna anche considerare che le abitudini dei Prospect B2B sono cambiate. Se prima i Buyers dipendevano o ricevevano passivamente informazioni dai commerciali, dal telemarketing o dai servizi pubblicitari in tv, oggi, sono più reattivi ai contenuti che vedono online o addirittura sono loro stessi a ricercare online informazioni sull’azienda o sul prodotto. Possono anche scegliere di interagire o meno alle inserzioni pubblicitarie e filtrare i messaggi pubblicitari della propria posta elettronica.

 

inbound marketing b2b

 

Se il pubblico è reattivo di fronte alle proposte pubblicitarie, altrettanto devono fare le aziende. Non importa se il target sia un fornitore o un consumatore diretto, perché in entrambi i casi bisogna definire i diversi canali adatti alla promozione del tuo business attraverso le tecniche che adotterai per:

  • Attrarre traffico sul tuo Store online;

  • Convertire utenti in contatti commerciali;

  • Convertirli in lead;

  • Trasformarli in clienti;

  • Fidelizzarli.

 

Cosa prevedere nella strategia?

  1. Pianifica o implementa il tuo piano di Inbound marketing in base alla caratteristica dell’azienda;

  2. Revisiona il tuo e-commerce nell’ottica Growth Driven Design, ovvero, un approccio sistematico del sito web che riduce i tempi di avvio utilizzando dati reali e apprendimento e miglioramenti continui;

  3. Gestione del piano editoriale per la creazione e la pubblicazione regolare dei contenuti per attrarre il target;

  4. Sviluppo di Workflow e processi di marketing automation;

I canali possono essere gli stessi del B2C ma a cambiare sono i contenuti proposti sulle buyer personas. Potresti aprire una sezione blog sul tuo sito condividendo articoli utili ed informativi per educare il prospect ma anche per aumentare l’autorevolezza della tua attività.

 

Inoltre, il blog è utile anche per strutturare una lead generation, perché se l’utente trova utile i contenuti del tuo blog sarà più propenso ad iscriversi alla tua Newsletter. Allo stesso modo, anche le email devono offrire contenuti in linea con gli interessi dei propri utenti. Infine non dimentichiamo i social: su tutti LinkedIn spicca per essere i social dei professionisti, pertanto ti tornerà utile per filtrare il tuo pubblico B2B.

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L’Inbound Marketing è la strategia giusta per attirare visite al sito, generare contatti in ottica b2b e convertirli in clienti e Net-Informatica vanta un’esperienza pluriennale sul campo.

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Inbound marketing: cos’è e come funziona

Tempo di lettura: 2 minuti

Vuoi attirare i potenziali clienti verso il tuo business? Questa strategia ti aiuterà ad aumentare l’interesse del tuo pubblico di riferimento verso la tua attività. Scopri cos’è l’inbound marketing e, soprattutto, come funziona in modo da sfruttarne al meglio le potenzialità.

 

Termine coniato per la prima volta nel 2005 da un’agenzia di marketing chiamata HubSpot,linbound marketing è una strategia molto diffusa perché considerata da molti efficace e produttiva. Ma in cosa consiste? Si tratta di in una serie di attività volte ad attrarre l’interesse del pubblico e coinvolgerlo verso un determinato business. In sostanza, sono tutte le azioni che puoi eseguire per mettere il tuo pubblico di riferimento a conoscenza della tua attività commerciale o dei servizi che offri.

Inbound marketing VS. Outbound marketing

Se l’inbound marketing si basa essenzialmente sui moderni mezzi di comunicazione offerti dal web, l’outbound è una forma di comunicazione a freddo che utilizza canali più tradizionali quali pubblicità radio/televisiva, stampa, telemarketing, email, annunci all’interno di giornali, volantini e cartelloni pubblicitari. Ciò che caratterizza questa strategia è il fatto che qualunque attività stia svolgendo il consumatore, viene interrotta da una comunicazione pubblicitaria, ad esempio, uno spot TV che interrompe la visione di un programma in atto.

 

Quindi, se l’outbound cerca attivamente nuovi potenziali clienti attraverso messaggi unidirezionali e generici, l’inbound ha il pregio di non fermarsi solo alla mera comunicazione pubblicitaria, ma crea dei contenti di valore in grado di coinvolgere un pubblico specifico. Inoltre, con l’inbound marketing, è possibile analizzare i dati che si ricevono dalle campagne pubblicitarie e le interazioni con gli utenti (al contrario dell’outbound in cui non si può misurare il ROI – Return on Investment).

 

inbound marketing

 

Come funziona l’inbound Marketing

Oltre ai contenuti, l’inbound marketing si basa anche sulle call-to-action che invitano il pubblico interessato ad un landing page in cui possono trovare prodotti, informazioni, eventuali promozioni e sconti, ect.

Ecco le 4 fasi principali che compongono il funnel inbound marketing:

 

  • Attract. In questa fase vengono creati dei contenuti come grafiche, video e articoli, studiati e pensati per attrarre una determinata fascia di pubblico. Questi contenuti si trovano tranquillamente sui canali social e sul web e tengono conto delle ricerche degli utenti e delle richieste del mercato;
  • Convert. Una volta attirata l’attenzione dell’utente e diventato abituale frequentatore del sito, l’obiettivo sarà di trasformarlo in un lead (contatto) ottenendo informazioni specifiche, ovvero i suoi dati personali e quelli sul suo comportamento di navigazione. Possiamo ottenere queste informazioni tramite iscrizione a newsletter oppure attraverso la compilazione da parte dell’utente di un form di contatto per presa appuntamenti o per scopi promozionali;
  • Close. Acquisizione del cliente. A questo punto i brand devono iniziare un processo di fiducia e autorevolezza, adottando stratagemmi come il marketing automation, il lead nurturing e il social media monitoring, così da rafforzare il rapporto con il cliente appena acquisito;
  • Delight. In questa fase ci si occupa di offrire valore ai clienti già consolidati (anche se post-prima vendita). Possiamo portarli a effettuare altre conversioni e diventare essi stessi promotori dell’azienda parlando di noi ad amici e parenti (in questo caso si parla di referral marketing)

 

Per concludere, l’inbound marketing non è solo attività pubblicitaria fine a se stessa come accadeva un tempo per l’outbound marketing, ma un’attività dinamica volta a coinvolgere e creare interazioni dinamiche con gli utenti.

 

 

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Come e quando fare rebranding aziendale

Tempo di lettura: 4 minuti

Crescere, innovarsi e reinventarsi, questi sono i valori necessari per crescere come individuo, sia a livello personale che a livello professionale. Ecco però che queste qualità vengono in nostro aiuto nello sviluppo e nella crescita della nostra realtà aziendale. Scopriamo in quest’articolo come fare rebranding aziendale e, soprattutto, quando farlo.

 

Il mondo del business è in continuo movimento e intorno ad esso ruotano prodotti, clienti, obiettivi e valori. Il rebranding aziendale, è, di fatto, un’esigenza fisiologica che aiuta a rendere la tua azienda competitiva sul mercato.

Cosa si intende nello specifico? Proprio come una farfalla appena nata da un bozzolo o un serpente che cambia pelle, il rebranding è quella trasformazione strategica dell’identità aziendale (brand identity) che permette di dare nuova linfa e nuova forma alla tua azienda e ai tuoi affari.

Solitamente il rebranding parte da un restyling del logo, dall’ideazione e adozione di una nuova strategia di comunicazione, da un design inedito dei propri canali di vendita e di comunicazione e, a volte, anche dal cambio del nome stesso dell’azienda (renaming). Aggiornare in toto l’immagine aziendale non serve solo ad avere un buon posizionamento sul mercato ma anche a rilanciare e (ri)valorizzare la propria reputazione (brand reputation).

Branding, rebranding e restyling: le differenze

Il branding è una combinazione di tutti quei tratti caratteristi e unici di un’azienda che la contraddistinguono dalle altre, esso è composta da: nome, logo, payoff e strategia di comunicazione.

A differenza del branding, il rebranding si attua quando si vuole andare a modificare qualcosa nella panoramica del branding per dare una boccata d’aria fresca a tutta la strategia di comunicazione e di immagine aziendale.

Mentre il rebranding è un’azione strategica di medio-lungo periodo, il restyling è un’azione di comunicazione di breve periodo volta a modernizzare l’immagine di un’azienda. In genere è un intervento che agisce valorizzando gli elementi già presenti, come ad esempio il logo. Quest’ultimo va svecchiato quando ci si accorge che col passare del tempo il logo perde di efficacia comunicativa oppure quando non è adatto ad essere riprodotto sui nuovi supporti e canali di comunicazione. In questo caso si va a snellire il logo per renderlo più web–friendly.

Rebranding Aziendale
Rebranding Aziendale: mix tra strategia e marketing

Come fare rebranding aziendale

Come prima cosa, bisogna analizzare i valori, la vision e la mission della tua azienda. Che nuovi obiettivi hai? Cosa vuoi trasmettere di nuovo ai tuoi clienti? In che nuovi canali pensi di approdare per vendere i tuoi servizi?

Affinché il rebranding aziendale sia efficace deve non solo rispecchiare i tuoi valori ma dare risposta a tutte queste domande; basterà poi seguire delle linee guida fondamentali per essere efficaci e forti nel tuo nuovo percorso aziendale.

Un consiglio sempre utile alle tue nuove strategie è quello di osservare come si muovono i tuoi competitors: fare ricerche e analisi di mercato, infatti, può darti parecchi spunti da cui trarre ispirazione per la tua azienda.

Dopo aver fatto tutte le dovute considerazioni, potrai procedere con uno dei seguenti passaggi:
Marketing Aesthetics, ovvero tutte quelle modifiche estetiche che interessano il brand (rebranding parziale) e ti aiutano a trasmettere messaggi ed emozioni ai tuoi clienti. Composto da
Cambio/Modifica del logo
– Cambio grafiche Web, Social e Stampa
– Cambio divise aziendali

Positioning, ovvero, la strategia che reinventa tutta la comunicazione del tuo brand, compresi i suoi valori per un posizionamento più competitivo sul mercato (rebranding totale).
– Nuova strategia di comunicazione
– Nuova strategia di marketing
– Scelta dei canali di comunicazione (Social e Web)

Il rinnovamento dell’immagine aziendale non consiste solo nell’ammodernamento del logo e del sito, ma anche in campagne di marketing e di comunicazione che devono tenere conto dell’esigenza e dell’età anagrafica del target di riferimento. Prima di “mandare in onda” la tua prossima campagna online, assicurati di essere presente nei canali giusti e di adottare una comunicazione adeguata a quei canali.

Una volta lanciata la campagna marketing del brand bisogna vedere come il pubblico reagisce. Intervistate, ascoltate il vostro pubblico e analizzate i dati per capire se la campagna ha sortito l’effetto desiderato e se il rebranding ha restituito effetti positivi alla vostra strategia.

Ricorda sempre una cosa importante: non tutti gli elementi di un brand devono necessariamente essere cambiati. Se il tuo brand possiede già dei punti di forza dovresti considerare solo un’ipotesi di valorizzazione e non per forza di cambiamento.

 

Rebranding Aziendale 

Quando fare rebranding? alcuni esempi celebri

I più grandi brand del mondo sono sempre stati molto bravi a stare al passo con i tempi. Prendiamo, ad esempio, il logo della Nike: possiamo notare come dal 1971 il logo si sia assottigliato sempre più, diventando più minimal ma sempre e comunque riconoscibile con l’identità aziendale. Naturalmente, questo processo è stato influenzato dallo stile moderno e dalla necessità di dover comunicare su nuovi canali attraverso nuove idee!

Altro esempio? La catena di fast food più famosa al mondo, ovvero la McDonald’s, nel 2007 ha eseguito un operazione di rebranding partendo proprio dal suo iconico logo, introducendo uno sfondo verde dietro la grande lettera. Vista la collocazione temporale, potremmo pensare che l’azienda abbia risposto così al famoso documentario del 2004, ovvero, “Super size me”, che evidenziava quanto fosse nocivo alimentarsi spesso di hambuger.

In conclusione, fare un rebranding è una mossa fondamentale durante l’arco di vita del proprio business, sia in relazione al fatto che le novità attirano l’interesse del pubblico sia per avvicinarsi quanto più possibile alle loro esigenze.