L’obiettivo principale della SEO (Search Engine Optimization) non è solamente l’ottimizzazione del posizionamento organico sulle pagine dei risultati dei motori di ricerca (SERP) ma anche il raggiungimento degli obiettivi aziendali sul web del nostro sito.
Infatti una posizione migliore rispetto ad un’altra porta certamente maggiore visibilità ma l’obiettivo principale dovrebbe essere l’aumento delle visite.
Vediamo insieme quali sono gli obiettivi principali misurabili e soprattutto realizzabili del nostro lavoro sul SEO:
Contatti – intercettare il nostro target
Sicuramente in fase di pianificazione marketing hai definito il tuo cliente ideale (traffico profilato).
Avere tanto traffico che non porta a nessuna conversione, in quanto il target non è stato definito correttamente, non porta a nulla di concreto.
Intercettare gli utenti del tuo target interessati all’acquisto di un prodotto/servizio offerto dal tuo sito web è il primo obiettivo del SEO.
Che il tuo sito sia un e-commerce o che sia un sito istituzionale sicuramente si rivolge ad un particolare target di utenti e non a tutti.Qui entrano in gioco le parole chiavi cosiddette “a coda lunga” che dovrebbero essere comprese in un piano SEO strategico in quanto non generano un altro traffico organico ma un traffico cosidetto “di nicchia” per il semplice motivo che sono ricercate da un target profilato.
Visite – aumentare il traffico al nostro sito web
Se le parole chiave definite a monte intercettano efficacemente il bisogno dei nostri utenti target questo porterà ad un’azione che potrebbe essere una richiesta informazioni o il consenso alle comunicazioni commerciali.
Questo passaggio dipende da da due fattori: l’ottimizzazione delle parole chiave e l’ accessibilità e l’usabilità del nostro sito web.(se un utente non trova quello d cui ha bisogno nel giro di pochi secondi abbandona il sito).
Vendite – portare il nostro target all’azione
La conversione dei nostri lead in prospect è l’obiettivo finale della SEO, ossia far diventare il nostro utente (lead) che ha richiesto informazioni, un utente (prospect) che ha cioè l’intenzione di comprare effettivamente qualcosa o fornirsi del nostro servizio.
Avere una presenza sul web non basta, per entrare nel “cuore” del proprio pubblico bisogna strutturare una strategia finalizzata alla fidelizzazione. Ragion per cui ci viene incontro la strategia di inbound marketing, scopriamone le varie fasi.
Come abbiamo già detto nel nostro articolo precedente, l’inbound marketing si basa su una serie di azioni chiamate touchpoint, il cui scopo è attrarre l’attenzione il pubblico verso l’attività commerciale.
Solitamente, quando si pensa alla pubblicità, non si può fare a meno di non ricordare con un pizzico di noia le telefonate invasive e le fastidiose interruzioni pubblicitarie durante la visione di un film.
Oggi, grazie anche ai nuovi network, è cambiata anche la modalità promozionale e la percezione stessa della pubblicità sta cambiando, con contenuti sempre più mirati al proprio pubblico di riferimento. Niente più interruzioni o chiamate indesiderate ma contenuti di qualità e coinvolgenti in grado di stimolare l’interesse del pubblico.
L’inbound marketing, quindi, opera attraverso un percorso che consente di passare dalla fase di totale inconsapevolezza del brand a quella in cui il cliente non solo è fidelizzato ma può diventare egli stesso promotore dell’attività in maniera del tutto spontanea. Come procedere allora? Ecco le varie fasi.
#1 Prima fase: ATTRACT
È in questa fase specifica che dovrai occuparti dello studio dell’analisi del tuo target di riferimento. Inizia pianificando specifiche attività di SEO sui motori di ricerca, puntando su ricerche con molto volume di traffico ma con keyword specifiche o con parole chiave lunghe e mirate (definite long tail keyword) che hanno meno concorrenza. In generale, un ruolo importante per convogliare il traffico sul proprio sito web è attraverso le attività di Content Marketing, con contenuti sul blog del proprio sito internet e poi successivamente condivisi sui social network. I contenuti possono essere articoli, guide, e-book, video, grafiche, video o infografiche.
Ovviamente, ogni argomento trattato sui contenuti, deve essere studiato in modo da supportare l’offerta aziendale, per una B2B, ad esempio, potrebbe essere una guida o un prodotto usato dai professionisti, mentre nel B2C, potrebbero essere consigli e abbinamenti tra i prodotti che proponi nel tuo e-commerce.
#2 Seconda fase: CONVERT
Una volta catturato l’interesse del tuo pubblico sei pronto per la fase di conversione a “Lead”. Per riuscire in questa operazione è necessario “stuzzicare” il proprio pubblico tramite CTA (ovvero CALL TO ACTION) che hanno lo scopo di calamitare il pubblico attraverso frasi studiate per suscitare un’azione specifica da parte del cliente. Ad esempio, potresti offrire ai tuoi potenziali clienti dei prodotti in omaggio, oppure dei contenuti gratuiti in cambio di un form di iscrizione in cui lasceranno le proprie informazioni di contatto.
Una volta che il cliente avrà cliccato su una Call to action, sarà indirizzato su una landing page dove potrà immettere i suoi dati e ricevere quanto promesso dal post. In questo modo, l’operazione risulterà meno invasiva ed entrambe le parti avranno ottenuto un beneficio. Una volta ottenuti dati dal tuo pubblico, inoltre, puoi pensare di inviare a loro delle email promozionali tramite newsletter.
#3 Terza fase: CLOSE
Ora che hai trasformato i visitatori della landing page in lead, procedi verso la fase della conversione in clienti. In questa fase è necessario sfruttare al massimo il CRM, ovvero il Customer Relationship Management, un software che aiuta l’azienda a gestire e ottimizzare le interazioni con i prospect e i clienti attraverso tutti i dati raccolti in precedenza. Il CRM tiene traccia di tutti i tuoi contatti e delle loro abitudini, monitora il loro interesse e le loro attività ed invia loro email specifiche.
Tutta questa fase ha come scopo quello di andare a colpire i bisogni specifici delle persone proponendo loro prodotti e contenuti ad hoc. Un cliente che vedrà tutte queste attenzioni verso sé, sarà più invogliato ad acquistare il prodotto, specie se il cliente vede un prodotto di suo interesse.
#4 Quarta fase: DELIGHT
La fase finale dell’inbound marketing è definita Delight e sostanzialmente si tratta di coccolare sia lead che clienti, continuando a proporre loro contenuti di qualità che si basano sui loro bisogni anche dopo che hanno effettuato un acquisto. Infatti, non dobbiamo abbandonare mai il cliente una volta raggiunto lo scopo, ma è invece importante rimanere in contatto con lui, aggiornandolo sui nostri prodotti e servizi in maniera tale da invogliarlo a scegliere nuovamente la nostra attività e, magari, consigliarla ad amici e parenti.
Cosa puoi fare in questa fase? Puoi proporre sondaggi in modo da migliorare il servizio offerto, oppure, monitorare le interazioni degli utenti in modo da poter comprendere quali sono gli argomenti che più fanno breccia in loro.
Quindi, queste sono le quattro fasi dell’inbound marketing e sono tutte necessarie per attuare la strategia in modo efficace. Non ti resta che cominciare!
Noi, però, possiamo aiutarti per il tuo Inbound Marketing
Scrivici per una Consulenza gratuita, saremo felici di ascoltare i tuoi obiettivi e aiutarti a renderli concreti, realizzando la strategia di inbound marketing più adatta a te!
Vuoi attirare i potenziali clienti verso il tuo business? Questa strategia ti aiuterà ad aumentare l’interesse del tuo pubblico di riferimento verso la tua attività. Scopri cos’è l’inbound marketing e, soprattutto, come funziona in modo da sfruttarne al meglio le potenzialità.
Termine coniato per la prima volta nel 2005 da un’agenzia di marketing chiamata HubSpot,l‘inbound marketing è una strategia molto diffusa perché considerata da molti efficace e produttiva. Ma in cosa consiste? Si tratta di in una serie di attività volte ad attrarre l’interesse del pubblico e coinvolgerlo verso un determinato business. In sostanza, sono tutte le azioni che puoi eseguire per mettere il tuo pubblico di riferimento a conoscenza della tua attività commerciale o dei servizi che offri.
Inbound marketing VS. Outbound marketing
Se l’inbound marketing si basa essenzialmente sui moderni mezzi di comunicazione offerti dal web, l’outbound è una forma di comunicazione a freddo che utilizza canali più tradizionali quali pubblicità radio/televisiva, stampa, telemarketing, email, annunci all’interno di giornali, volantini e cartelloni pubblicitari. Ciò che caratterizza questa strategia è il fatto che qualunque attività stia svolgendo il consumatore, viene interrotta da una comunicazione pubblicitaria, ad esempio, uno spot TV che interrompe la visione di un programma in atto.
Quindi, se l’outbound cerca attivamente nuovi potenziali clienti attraverso messaggi unidirezionali e generici, l’inbound ha il pregio di non fermarsi solo alla mera comunicazione pubblicitaria, ma crea dei contenti di valore in grado di coinvolgere un pubblico specifico. Inoltre, con l’inbound marketing, è possibile analizzare i dati che si ricevono dalle campagne pubblicitarie e le interazioni con gli utenti (al contrario dell’outbound in cui non si può misurare il ROI – Return on Investment).
Come funziona l’inbound Marketing
Oltre ai contenuti, l’inbound marketing si basa anche sulle call-to-action che invitano il pubblico interessato ad un landing page in cui possono trovare prodotti, informazioni, eventuali promozioni e sconti, ect.
Ecco le 4 fasi principali che compongono il funnel inbound marketing:
Attract. In questa fase vengono creati dei contenuti come grafiche, video e articoli, studiati e pensati per attrarre una determinata fascia di pubblico. Questi contenuti si trovano tranquillamente sui canali social e sul web e tengono conto delle ricerche degli utenti e delle richieste del mercato;
Convert. Una volta attirata l’attenzione dell’utente e diventato abituale frequentatore del sito, l’obiettivo sarà di trasformarlo in un lead (contatto) ottenendo informazioni specifiche, ovvero i suoi dati personali e quelli sul suo comportamento di navigazione. Possiamo ottenere queste informazioni tramite iscrizione a newsletter oppure attraverso la compilazione da parte dell’utente di un form di contatto per presa appuntamenti o per scopi promozionali;
Close. Acquisizione del cliente. A questo punto i brand devono iniziare un processo di fiducia e autorevolezza, adottando stratagemmi come il marketing automation, il lead nurturing e il social media monitoring, così da rafforzare il rapporto con il cliente appena acquisito;
Delight. In questa fase ci si occupa di offrire valore ai clienti già consolidati (anche se post-prima vendita). Possiamo portarli a effettuare altre conversioni e diventare essi stessi promotori dell’azienda parlando di noi ad amici e parenti (in questo caso si parla di referral marketing)
Per concludere, l’inbound marketing non è solo attività pubblicitaria fine a se stessa come accadeva un tempo per l’outbound marketing, ma un’attività dinamica volta a coinvolgere e creare interazioni dinamiche con gli utenti.
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